69_L’anno che verrà

Che cosa ho imparato dal 2020?

Sicuramente il 2020 è stato un anno che ricorderemo. Siamo stati costretti a cambiare le nostre abitudini (we have been forced to change our habits), ad adattarci (to adapt), abbiamo vissuto nell’incertezza del futuro. Alcuni di noi sono stati lontani dalla famiglia, altri hanno vissuto la solitudine.

Sono molte le riflessioni sul 2020. Le cose che abbiamo visto, quelle che abbiamo pensato, le paure e le speranze. 

Qui una piccola lista personale sulle cose che ho scoperto quest’anno. Nel bene e nel male (for better or for worse), il 2020 è stato per me un anno di scoperta. È stato un anno di piccoli gesti e casa.

Nel 2020 ho scoperto che:

Mi piace bere il cappuccino anche di pomeriggio: il cappuccino pomeridiano è diventato per me un piccolo momento di felicità con il mio compagno (my partner), a casa.

I bar sono importanti per la vita cittadina: prima del 2020 davo per scontati i bar (I gave bars for granted). Ho capito che amo andare al bar, bere qualcosa con le amiche, fare una pausa in piazza. I bar danno vita a una città (they make a city alive) e sono fondamentali.

La cultura può avvicinare le persone: durante l’anno ho scritto e pubblicato molti episodi del podcast. Ho ricevuto email e ho conosciuto persone con sete di conoscenza, gentili, curiose. Mai come quest’anno ho incontrato persone (seppur virtualmente) attraverso la cultura.

Internet è un grande strumento (tool) per imparare e conoscere persone: anche se da casa, ho potuto imparare cose nuove. Questo è un grande privilegio dei nostri tempi. Internet per imparare e connettersi con altre persone come noi. 

Internet può trasformarsi in una grande dipendenza (addiction): internet è stato per me un’arma a doppio taglio (double-edged sword). Il computer è stato fondamentale per il lavoro e la comunicazione con le persone, ma ne sono diventata dipendente (I got addicted by it). Ho passato troppo tempo davanti a uno schermo (screen). Nel 2021 voglio ridare spazio ai rapporti dal vivo.

Voglio passare più tempo in natura: dopo tanto tempo passato in casa, ho capito che la natura è una parte essenziale delle nostre vite. Non viviamo se non a contatto con la natura.

Gli amici sono importanti e le amicizie si coltivano (are nurtured) con le esperienze insieme: gli amici, gli affetti sono vitali; ci danno forza, sostegno, speranza, calore, soprattutto nei momenti difficili.

Il commercio locale è importante per la vita di una città: i negozi della città sono linfa vitale (nourishment). Nel 2021 voglio dare il mio contributo al commercio locale, agli artigiani che lavorano nella mia città, nella mia regione, in Italia. Senza negozi e bar, una città muore.

La solitudine è un mostro che si combatte con empatia e solidarietà: non dobbiamo sottovalutare la solitudine. Però abbiamo gli strumenti per combatterla: una telefonata, una lettera, un bel messaggio, una passeggiata insieme.

La solidarietà esiste ancora: il Covid ha fatto emergere egoismo, indifferenza, negazione. Ha, però, fatto nascere molta solidarietà tra le persone e generosità. Voglio guardare al positivo e avere speranza nelle persone.

La letteratura è una grande compagna di viaggio: nella letteratura si raccontano cose già successe, nella realtà e nella fantasia. La letteratura è una compagna di viaggio, una guida, un passatempo, una forma di meditazione. Nel 2021 voglio leggere, leggere e leggere.

E tu? Che cosa hai imparato da questo 2020? Se ti va, scrivilo nei commenti!

L’anno che verrà

Qui l’ultimo episodio di Pensieri e Parole del 2020. Con l’augurio e la speranza che questo nuovo anno ci porterà un po’ di serenità:

Un caro augurio per un 2021 pieno di progetti, cultura, affetto e molta curiosità,

Linda

68_Due parole su Dante con Ugo Coppari

Perché dopo molti secoli l’opera di Dante ancora ci affascina? Possiamo trovare tracce della lingua di Dante nella nostra lingua? Possiamo paragonare il viaggio di Dante al nostro viaggio personale?
Oggi faccio due chiacchiere con Ugo Coppari (Studio Pensierini) su Dante, la lingua italiana e la letteratura.

67_La cucina povera

Cosa significa “Cucina povera”? No, non è la cucina dei poveri. Usiamo questo nome per parlare di piatti semplici, ma gustosi. Piatti che appartengono alla tradizione italiana da molti secoli. Oggi ti parlo di cucina povera, tradizione, sapori e semplicità.