50_Andrà tutto bene

 

L’episodio 50 avrebbe dovuto essere diverso… poi è arrivato il Coronavirus.
In questo episodio speciale condivido alcune idee di speranza in un momento complicato per l’Italia. Perché solo insieme e con speranza possiamo superare i momenti difficili. Buon ascolto.

Trascrizione

Sono arrivata all’episodio 50 del podcast. Ho aspettato tanto questo episodio, ho iniziato a scriverlo, l’ho programmato… E poi è arrivato il coronavirus. Un essere così piccolo, microscopico che è riuscito a mettere in crisi le vite di moltissime persone.

Non volevo parlare di Coronavirus nel podcast perché non sono un medico e anch’io, come molti italiani, sono confusa e scossa in questi giorni. Ho provato a scrivere l’altro episodio che avevo in mente per il podcast, ma non ci sono riuscita. In questi giorni l’ansia mi fa compagnia troppo spesso e non riesco a scrivere con leggerezza o tranquillità.

Così ho pensato: “Hai vinto maledetto Covid 19. Nell’episodio 50 parlerò di te. Questo sarà un buon modo per mettere giù alcuni pensieri e trasformare la paura in qualcosa di positivo”.

Ma non voglio dedicare un episodio così importante a un virus. Voglio dedicare questo episodio alla speranza, all’altruismo, allo spirito civico di Italiani e non italiani. Perché è vero che i giornali in questi giorni ci danno notizie terribili, di persone che pensano solo a se stesse, di persone che speculano sulle tragedie. Ma ci sono anche esempi positivi. 

Oggi voglio parlare proprio di questo: dedico l’episodio a tutte le persone che lottano, non dormono da giorni e stanno facendo del proprio meglio per gestire questa crisi così improvvisa. 

Prima di tutto dedico questo episodio al personale sanitario italiano che sta sacrificando il proprio tempo a favore di quelli che hanno più bisogno.

 

Hai mai sentito parlare del caffè sospeso? Il caffè sospeso è una bellissima tradizione nata a Napoli. Funziona così. Quando vai al bar, al momento di pagare il tuo caffè, puoi scegliere di pagare per due e lasciare un caffè per la prossima persona sconosciuta che arriverà dopo di te. L’origine della tradizione si può trovare forse nel Dopoguerra, la Napoli sopravvissuta alla seconda guerra mondiale. A causa del momento di grave difficoltà era abitudine pagare un caffè per sé e uno per una persona che non poteva permetterselo, non poteva pagarlo. Un altra teoria dice che questa usanza è nata fra i gruppi di amici a Napoli: nel momento di pagare, tutti volevano farlo, così si lasciava un caffè sospeso. 

Perché dico questo? A partire dal caffè sospeso sono nate negli anni iniziative simili: c’è chi ha pagato un gelato sospeso, chi un libro sospeso. In questi giorni di emergenza, di panico e di crisi, l’usanza del caffè sospeso è tornata in un’altra forma. Un paio di ristoranti italiani, per ora, stanno dando la possibilità a chi vuole di pagare una pizza sospesa per il personale sanitario che in questi giorni sta lavorando tantissimo. Un gesto piccolo forse, ma forte. Un abbraccio simbolico in questi giorni in cui non possiamo abbracciarci. 

Un’altra iniziativa solidale avviata in questi giorni è una cosa che si chiama “mi prendo cura del mio vicino”. I più giovani si propongono di andare a fare la spesa per i vicini più anziani. Gli anziani sono le persone più in pericolo in questi giorni e dobbiamo fare di tutto per proteggerli. I nonni, le persone anziane, sono una cosa molto preziosa per la nostra società e non dobbiamo lasciarli da soli. 

Ma la solidarietà non ha razza, non ha colore. La comunità cinese di Roma ha donato 10000 mascherine al personale d’emergenza dell’ospedale. Lo stesso hanno fatto altre comunità cinesi in Italia. A queste si aggiungono donazioni da parte di cittadini e istituzioni da tutto il mondo. 

 

In questi giorni di paura, abbiamo la possibilità di riscoprire l’amore per l’altro, le cose che ci rendono uguali, la solidarietà. Possiamo imparare a difendere ed aiutare le persone che sono più deboli di noi e più sole. Questo virus microscopico ci dà la possibilità di fare cose grandi. Di pensare, di passare tempo con noi, di capire quali sono le cose che amiamo. Possiamo dare spazio al pensiero e ai sentimenti puri, i sentimenti di amore e affetto per le nostre famiglie e i nostri amici.

E se le regole ci fanno stare lontani geograficamente, possiamo trovare altri modi per parlare fra di noi. Invece di vedere una persona, possiamo scrivergli una lettera, una cartolina o un’email. Possiamo creare in casa un regalo per le persone che amiamo e consegnarlo quando tutto questo sarà finito.

Non dobbiamo avere paura del nostro corpo, dei sintomi. Non dobbiamo pensare che il nostro corpo è fragile. Siamo amici del nostro corpo, prendiamoci cura di lui, da casa. Fare esercizi, yoga, massaggi, camminare nella natura. Possiamo prenderci cura della nostra casa. Possiamo essere creativi. Possiamo iniziare quel corso online che volevamo fare da tempo. Possiamo leggere, leggere e leggere. Leggere quei grandi libri che abbiamo in casa e non abbiamo mai letto.

Leggere ci avvicina agli altri. Leggere ci avvicina a noi stessi. 

 

Ci sono due frasi che sono importanti per gli italiani e l’Italia in questi giorni. La prima è: l’unione fa la forza. Anche se distanti fisicamente, se siamo uniti negli intenti, nei sentimenti e nei comportamenti, possiamo andare avanti e lasciare questo brutto mese alle spalle. L’unione fa la forza: quando gli esseri umani si uniscono e collaborano possono fare grandi cose. 

La seconda è: andrà tutto bene. Molte persone hanno iniziato a scrivere questa frase su piccoli pezzi di carta e li hanno lasciati in giro per le città. Questo è un simbolo bellissimo di speranza. Ci dice che non siamo soli e che insieme possiamo superare tutto questo. Andrà tutto bene.

Ricordiamo gli insegnamenti che questo maledetto virus ci sta portando e continuiamo a sentirci parte di un gruppo, di una famiglia. Del nord, del sud, del centro, non importa.  Una famiglia di persone che hanno gli stessi sogni, gli stessi diritti e la stessa voglia di felicità.

Per oggi è tutto, un grande abbraccio virtuale, a presto.